Cagiva Aletta Rossa, adolescenza e identità

Cagiva Aletta Rossa, adolescenza e identità

Sentimenti giovanili, tecnica, vecchi e nuovi valori legati al possesso della moto


Sì, viaggiare

Evitando le buche più dure

Senza per questo cadere nelle tue paure

Gentilmente senza fumo con amore

Dolcemente viaggiare

Rallentando per poi accelerare

Con un ritmo fluente di vita nel cuore

Che senso ha questa canzone, da dove provengono queste parole?

Questi anni settanta e ottanta sono ben altro. La situazione continua a peggiorare; c’è la guerra dello Yom Kippur, l’embargo, le misure di austerità, le targhe alterne, il terrorismo, le bombe di Brescia e Bologna, il treno Italicus, lo scandalo Lockheed C-130 Hercules, la diossina della Icmesa di Seveso, le proteste studentesche, il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro, i missili MGM-31 Pershing, BGM-109 Tomahawk Cruise, S-75 Dvinà SA-2 Guideline e RSD-10 SS-20, il DC-9 dell’Itavia e Ustica, il generale Alberto dalla Chiesa e via Carini, l’Uranio 235 e Chernobyl.

C’è l’incapacità dei miei genitori di spiegarmi tutto questo, c’è soprattutto la paura di approcciare le ragazze, di uscire dall’isolamento di una esistenza contadina.

Cos’ha questa umanità, così piena di sigle, parole incomprensibili, complicata, disastrosa e terrificante?

Poi, questo senso di fragilità comincia a diradarsi; mio fratello scalpita per il motorino, e quando finalmente riesce ad ottenerlo, si trasforma da ragazzo timido e impacciato a figo del paese. Vedo un film, Quadrophenia, capisco che il disagio è comune e trovo il mezzo per uscirne; un mezzo con un motore e due ruote.

In questa ricerca dell’uscita dal tunnel adolescenziale, evito le proposte pericolose, come la violenza, l’uso di alcool e droghe, mi ritrovo un certo Karol Woytila, arcivescovo di Cracovia, eletto papa col nome di Giovanni Paolo II, che porta una ventata fresca e rigenerante nella mia coscienza, la valutazione morale della mia giovane esistenza.

Le parole di questo Lucio Battisti diventano improvvisamente un unguento per lenire le ferite invisibili di più generazioni; il ripetersi continuo di gentilmente e dolcemente nella canzone funziona come una terapia per affrontare il futuro dietro l’angolo.

Le grandi ideologie contrapposte, forzatura dolorosa della realtà, non convincono più, c’è bisogno di un distacco da questo passato, di un televisore Sony Trinitron, di un Canale 5 alternativo ai soliti canali televisivi, del disimpegno sociale in stile paninaro.

C’è bisogno di trovare un ritmo fluente di vita nel cuore.

Il motorino, la moto, sollevare i piedi da terra sulle due ruote, l’amico fidato che ti aiuta nei momenti di difficoltà, viaggiare, dunque, sono il modo giusto per risolvere questa situazione.

Sento il bisogno di autonomia, di creare la mia immagine, di entrare nel gruppo ribelle e vincente del motociclista, che avvicina le ragazze in modo naturale.


Cagiva Aletta Rossa, il meglio della tecnica sulle strade di tutti i giorni

Quando desideri entrare in un gruppo di persone che condivide un interesse comune devi capirne il linguaggio. E se questo gruppo è quello dei motociclisti devi conoscere la tecnica delle moto, per entrare pienamente nelle discussioni.

Nel 1983 ero studente all’I.T.I.S. Belluzzi di Bologna. Durante uno dei miei frequenti spostamenti in autobus, incontrai un coetaneo che aveva da poco tempo una Cagiva Aletta Rossa e ne decantava le doti tecniche a tutti i presenti.

Avevo una buona conoscenza di motori, mi erano già passati tra le mani e le gambe il Testi Champion di mio fratello, la Lambretta 125 dismessa dal parroco del paese e i tuboni degli amici. Aumentare la miscela cambiando il gigler, cambiare il carburatore 14 12 con un 19, limare il collettore di aspirazione, abbassare la testa, sostituire il tubo di scarico originale con l’espansione; era la prassi comune per andare forte ed essere preso in considerazione dal gruppo.

Ora questo tipo sull’autobus mi parla di cinque travasi, miscelatore incorporato, aspirazione lamellare, mono ammortizzatore, raffreddamento a liquido. Ma che cavolo… nemmeno la Panda 30 dei miei ha il raffreddamento a liquido.

Sono rimasto indietro, devo saperne di più.

Fino a quel giorno, per me la Cagiva era una fabbrica italiana che sapeva di vecchio; il modello più diffuso era la riedizione della Harley-Davison denominata SST, un modello stradale che faceva troppo Happy Days. Le moto da cross e regolarità erano grezze e spoglie, non potevano piacere alle ragazze, e sulla SST eri basso, maledettamente basso.

In realtà, la Cagiva era già molto avanti, da tempo impegnata nelle competizioni, dalle quali traeva l’esperienza da riversare sulle moto da usare ogni giorno. Il Motomondiale, il Motocross, ma soprattutto i grandi Rally africani, Parigi-Dakar in testa, avevano un grande riscontro mediatico e davano ai piloti l’immagine vincente di un moderno Cavaliere di ventura, sprezzante del pericolo, condottiero alla ricerca di fama e gloria.

Era nata una nuova categoria di moto, l’Enduro stradale, dall’aspetto off-road, da guidare in posizione eretta, comoda, maschia, ma con l’indole per l’uso stradale. Per essere alto e figo devo avere un’Aletta Rossa anch’io.


Progetto Cagiva Aletta Rossa

Nel corso degli anni, da quei mitici primi anni ottanta, la mia Aletta Rossa mi ha portato in giro per il “mio” mondo; dalla profonda provincia agricola di Bologna fino all’estremo Nord Italia di Verona, Brescia, viaggiando tra il Veneto e la Lombardia, dove ho svolto il servizio militare di leva.

Ho resistito più volte al desiderio di vendere l’Aletta, fortunatamente, perché l’interesse di mio figlio per questa moto vintage, indegnamente ricoperta di polvere, ha risvegliato il mio desiderio di cavalcare ancora nel vento, di sfidare la forza di gravità tra le curve dell’appenino bolognese, di sporcarmi nuovamente le mani di olio motore, di udire quel borbottio caratteristico della Cagiva, di restaurare questi ricordi, ancora concreti e tangibili, per donarli a qualcuno di speciale.

Grazie mamma, papà, vi voglio bene.


Dati caratteristici

Modello telaioEnduro stradale, omologazione OM51073 tipo Cagiva 6L, denominazione commerciale WSXT
Monotrave superiore in doppia culla chiusa, acciaio saldato, angolo asse di sterzo 28°, avancorsa 130 mm, angolo di sterzata 45° per parte, sterzo su cuscinetti a sfere.
Varianti: pedalini del passeggero saldati nella prima serie, imbullonati nella seconda serie. Colore del telaio nella versione telaio rosso serbatoio nero, Rosso Traffico RAL 3020.
MotoreMonocilindrico a 2 tempi, verticale inclinato in avanti di 16°, testa e cilindro in alluminio con canna cromata, sette luci con cinque travasi.
Cilindrata 124,63 centimetri cubici, alesaggio x corsa 56 x 50,6 mm (corsa corta), rapporto di compressione 13,4:1.
Potenza max 15,64 CV = 11,5 Chilowatt alla ruota a 7.000 giri/minuto, coppia max 1,55 kgm a 7.000 giri/minuto.
AlimentazioneAspirazione di miscela benzina/olio, regolata da valvola a lamelle.
Carburatore Dell’Orto tipo PHBL 24 BD con iniezione di olio, getto max 95, getto min 50, getto avviamento 70, polverizzatore 264 K, valvola gas 440, peso galleggiante 8,3 gr, spillo conico D 36 alla seconda tacca, vite aria aperta di 3/4 di giro.
Filtro aria in carta, airbox con regolazione estate/inverno.
Travaso: apre 60° prima del PMI, chiude 60° dopo il PMI. Scarico: apre 87° 30′ prima del PMI, chiude 87° 30′ dopo il PMI.
LubrificazioneSeparata a miscela benzina/olio, con pompa meccanica Mikuni integrata nel carter motore, a portata variabile.
AccensioneElettronica Motoplat.
Anticipo accensione 17° 20′ PPMS, corrispondenti a mm 1,4 di corsa pistone PPMS, distanza captatore (traferro) mm 0,40.
Candela CHAMPION N84 oppure BOSCH W3 CC, distanza elettrodi 0,5 mm.
RaffreddamentoA liquido, con circolazione forzata mediante pompa integrata nel carter motore.
AvviamentoPedivella retrattile lato DX.
TrasmissioneCambio a sei marce con innesti frontali, comando a pedale sulla sinistra con prima in basso, ingranaggi a denti dritti in cascata, sempre in presa, rapporto trasm. primaria Z 20/65 – 1:3,250
Rapporti del cambio:
1° Z 11/34 = 1:3,091
2° Z 14/27 = 1:1,928
3° Z 19/26 = 1:1,368
4° Z 21/23 = 1:1,095
5° Z 23/22 = 1:0,956
6° Z 25/21 = 1:0,840
Trasmissione secondaria:
Catena a rulli, 1/2″ x 7,8, Regina passo 126 EB a 122 maglie, Z 16 (pignone) /45 (corona) = 1:2,812
Rapporti totali:
1° 1:28,219
2° 1:17,607
3° 1:12,493
4° 1:10,000
5° 1:8,730
6° 1:7,671
FrizioneMultidisco in bagno d’olio, 5 dischi condotti e 6 conduttori. Comando a cavo.
Impianto elettricoBatteria 12V capacità 5,5 Ah Yuasa 12N5.5-4A polo positivo a SX.
Generatore alternatore Motoplat 12V potenza 90 Watt. Regolatore elettronico, protezione impianto due fusibili da 15 A.
Faro anteriore abbagliante/anabbagliante 160×110 mm con lampada 12V-45/40W, luce di posizione 12V-3W, tachimetro e contagiri lampade 12V/1,7W, spie cruscotto 12V-1,2W attacco T5, termometro circuito raffreddamento lampada 12V-1,2W attacco T5.
Indicatori di direzione lampada 12V-10W.
Fanale posteriore luce di posizione-targa e luce arresto lampada due filamenti 12V-5W/21W attacco BAY15d.
Avvisatore acustico 12V.
Comandi elettrici sul manubrio lato SX.
SospensioniAnteriore: forcella telescopica, sospensione con molle elicoidali e ammortizzatori idraulici, steli diametro 35 mm scorrevoli, fodero gamba in lega leggera. Varianti: Marzocchi escursione 180 mm, Llobe escursione 175 mm.
Posteriore: forcellone oscillante in acciaio a tubi quadri montato su rullini, sistema progressivo a biellette “Soft Damp”, sospensione con molla elicoidale con precarico regolabile, singolo ammortizzatore centrale idropneumatico Corte&Cosso, escursione verticale asse ruota posteriore 190 mm.
FreniAnteriore: idraulico Brembo a disco con pinza a singolo pistoncino, diam. 240 mm, superficie frenante 20 cm quadri.
Posteriore: meccanico a tamburo, laterale a camma singola, diam. 130 mm.
RuoteCerchi a raggi in acciaio cromato Radaelli.
Anteriore 1,6×21″.
Posteriore 1,85×18″.
PneumaticiCon camera d’aria.
Anteriore 2,75×21”.
Posteriore 3,50-4,10×18” / 4,60×17“.
Varianti: Pirelli MT30 trail on off 2,75×21” 45P e 4,00×18”64S, Metzeler Enduro 2,75×21”45P e 4,00×18”64R.
Dimensioni e PesiLunghezza massima 2090 mm, altezza massima 1160 mm, altezza sella 820 mm, altezza minima tra assi ruote (luce a terra) 195 mm, larghezza massima 880 mm, interasse ruote 1380 mm.
Peso a secco 120 kg, peso complessivo ammesso 267 kg.
RifornimentiSerbatoio carburante Super 97 ottani o superiore, 11 litri di cui 1,7 litri riserva.
Serbatoio olio per miscela 1,2 litri.
Olio cambio 0,8 litri.
Fluido per impianto raffreddamento 1,150 litri.
Fluido idraulico per singola forcella anteriore Llobe 0,220 litri, Marzocchi 0,260 litri.
PrestazioniDichiarate dal costruttore: velocità max 120 km/h, consumo carburante (norme CUNA) 3,7 l x 100 Km = 27 km x litro
Prestazioni rilevate da Motociclismo – novembre 1983: potenza max 14,84 CV alla ruota a 7.000 giri (16,97 CV all’albero), coppia max 1,60 kgm alla ruota a 6.500 giri (1,79 kgm all’albero), potenza specifica 134 CV/litro, velocità lineare del pistone al regime di potenza max 11,8 m/sec, pressione media effettiva al regime di coppia max 8,08 kg/cm2, regime minimo possibile a tutta apertura del gas 3.000 giri, rapporto peso potenza alla ruota 7,14 kg/CV.
Velocità max 113,920 km/h, peso a vuoto 112 kg (45 ant + 67 post), consumo urbano 18 km/1, extraurbano 25,8 km/1, medio 22 km/1. Accelerazione 0-400 m in 17,970 sec con velocità di uscita a 107,780 km/h; ripresa sui 400 m in sesta marcia dalla minor velocità possibile (30,980 km/h) in 25,330 sec con velocità di uscita a 88,670 km/h.

Link utili:

125 Stradali