
Aletta Rossa, raffreddamento motore
Smontaggio, pulizia, riparazione del radiatore e del circuito di raffreddamento
I sistemi di raffreddamento del motore
Il motore endotermico degli autoveicoli e motoveicoli trasforma l’energia chimica contenuta nel carburante in lavoro utile per il movimento del mezzo; con la combustione circa il venticinque percento di quanto mettiamo nel serbatoio della benzina si trasforma in rotazione meccanica dell’albero motore da trasmettere alle ruote motrici. L’energia restante, purtroppo, si disperde sotto forma di energia termica o calore da combustione e attrito di organi meccanici. L’aumento della temperatura provocato dal calore comporta un pericoloso aumento dimensionale del pistone che scorre all’interno del cilindro, col rischio di grippaggio e di blocco del motore per interferenza tra organi.
Nelle moto e scooter a due tempi, secondo il tipo di utilizzo, di telaio e di potenza espressa dal motore, oltre a una percentuale variabile di olio lubrificante miscelato con la benzina per evitare il blocco del pistone, possono esistere diversi sistemi di raffreddamento per disperdere il calore nell’ambiente:
- ad aria libera, con alette di raffreddamento integrate sulle parti esterne del cilindro e testa, disposte fronte marcia per ricevere una quantità di aria proporzionale alla velocità e quindi alla potenza espressa dal motore
- ad aria forzata, prodotta da una ventola solidale all’albero motore e canalizzata con un carter verso cilindro e testa, spesso installata lateralmente all’asse del veicolo e non fronte marcia
- ad aria misto, l’insieme dei due sistemi aria libera e forzata, oppure aria e circuito a olio
- circuito a liquido, con radiatore e circolazione forzata da pompa centrifuga solidale all’albero motore, eventuale ventola di raffreddamento sul radiatore



Sulle strade italiane degli anni ottanta, oltre alla Cagiva Aletta Rossa c’erano poche altre 125 che potevano esibire
un motore raffreddato a liquido con pompa di circolazione, ammissione lamellare e mono ammortizzatore posteriore
Verifica di tenuta, smontaggio e prima pulizia del circuito
Dopo più di vent’anni di fermo della mia Aletta immaginavo che l’elemento più delicato del circuito, il radiatore, avesse una perdita. In effetti, a sedici anni ero piuttosto distratto da altri interessi; quando vedevo che il livello di liquido scendeva, aggiungevo della semplice acqua di rubinetto. Che incosciente.
Il grado di durezza dell’acqua potabile rappresenta la quantità di calcio in essa disciolta ed è notoriamente un pericolo per gli elettrodomestici e i circuiti di raffreddamento; al primo riempimento del radiatore dell’Aletta si è manifestata quasi subito una falla alla base, causata sicuramente dalla scarsa manutenzione.
Di fronte a questa situazione non rimane che smontare completamente il circuito di raffreddamento, avendo l’accortezza di mappare la posizione e l’orientamento di ogni singolo componente, mandare il radiatore in riparazione presso uno specialista e fare un primo ciclo di trattamento per il calcare con una miscela di acqua e aceto.







Riparazione del radiatore
Vedendo le foto mandatemi dal radiatorista ho avuto conferma che il calcare è in grado di occludere completamente il passaggio del liquido di raffreddamento, limitando o annullando totalmente la funzione stessa del radiatore.

Purtroppo lo specialista non ha risolto completamente il problema della perdita, infatti, al successivo collaudo con motore in moto e vibrazioni conseguenti, si è presentata una piccola perdita che ho comunque risolto con un prodotto turafalle.
Siccome avevo qualche dubbio sull’efficacia della riparazione nel lungo periodo, facendo ricerca sul marketplace di Facebook ho acquistato un radiatore usato in ottime condizioni. Per questo ricambio che conserverò gelosamente, ho eseguito un lavaggio esterno accurato con shampoo da auto e un trattamento interno per eliminare un leggero residuo di calcare.






Ripristino estetico del radiatore
Quando siamo certi della tenuta del circuito di raffreddamento possiamo dedicarci all’estetica del radiatore; con una pinzetta o un piccolo cacciavite dobbiamo raddrizzare le minuscole alette di raffreddamento che nel tempo sono state colpite e ammaccate da oggetti scagliati contro il radiatore.
Per finire, procuratevi una bomboletta spray di vernice per alta temperatura di colore nero opaco; dopo aver mascherato con la carta gommata le due vaschette di plastica, stendete diverse mani di vernice lasciandole asciugare di volta in volta, il risultato sarà favoloso.






Pompa del circuito di raffreddamento
Svuotando l’olio rimasto per anni nel motore dell’Aletta Rossa è uscita una specie di crema color nocciola, è la conseguenza del passaggio del liquido di raffreddamento all’interno del carter del cambio, dovuto alla rottura del paraolio dietro alla girante della pompa acqua.

La sostituzione del paraolio è parte di un intervento più complesso che prevede l’asportazione del motore dal telaio e l’apertura di entrambi i coperchi laterali per accedere alla frizione sul lato destro e al volano magnetico e alla girante della pompa acqua sul lato sinistro. La girante è avvitata su di un albero solidale alla rotazione dell’albero motore; per non rovinare le palette durante la rimozione ho realizzato un attrezzo apposito con della minuteria assortita.




Montaggio e riempimento del circuito
Per finire non rimane che montare il radiatore e assemblare il circuito rispettando l’orientamento delle varie componenti, controllando soprattutto la valvola termostatica, e riempire il circuito usando una miscela di acqua distillata e liquido protettivo per radiatori.



Nel prossimo articolo: Aletta Rossa, smontaggio del motore