
Ciao PX, la libertà ritrovata
Restauro conservativo, riscoperta e valorizzazione del motorino più amato dagli italiani
La semplicità tecnica del motore a due tempi
Dopo la seconda guerra mondiale, molte aziende italiane avevano compreso l’urgenza di convertire la produzione di materiale bellico in strumenti per migliorare la vita delle persone. C’era un grande bisogno di mobilità, collettiva e personale.
Tra queste aziende, la Garelli aveva interpretato la tendenza di motorizzare le biciclette, sicuramente il mezzo più diffuso dell’epoca, realizzando uno di quei piccoli e vibranti motori ausiliari del tempo, il Mosquito.
Nella maggioranza delle soluzioni realizzate, gli elementi caratterizzanti erano la raffinata ingegneria, volta al massimo contenimento degli ingombri e all’affidabilità del sistema, la semplicità funzionale del motore a due tempi, il peso e i costi ridotti di acquisto ed esercizio.
Negli anni sessanta, la Piaggio trasforma la bicicletta motorizzata, un mezzo grezzo e sporco di olio motore, il vero nemico delle donne di casa che dovevano lavare spesso gli abiti per la famiglia, nel vero ciclomotore che tutti conosciamo.

Il Ciao PX vanta una linea semplice ma accattivante, lamiere piegate in forme senza tempo, che superano gli ingombri estetici dei componenti posticci delle biciclette motorizzate, come i serbatoi. Il motore e la trasmissione sono coperti da due eleganti carter di plastica, una protezione che permette alle ragazze una confidenza mai vista prima.

Dal quel lontano 1968, il ciclomotore diventa il motorino per il mondo femminile e non solo, tutto divertimento e zero pensieri.
Il motore a due tempi, anzi sei
Sarebbe impegnativo, esordire in una discussione tra appassionati del settore sostenendo che il motore a due tempi, in realtà, ne possiede sei. Si tratta, probabilmente, di una semplificazione indotta dal fatto che, per ogni giro dell’albero motore, esiste una fase attiva di accensione della miscela e spinta del pistone, per un ritorno appena dopo 180°… aspirazione e compressione, appunto.
Andiamo a scoprire questi sei tempi, o meglio, le sei fasi del motore a due tempi.
Aspirazione e Travaso
Nel momento “zero”, una forza esterna mette in rotazione l’albero motore (avviamento), costringendo il pistone a un moto traslatorio alternativo. Spostandosi verso l’alto, si apre il foro (luce) sul condotto di alimentazione del carburante, iniziando il riempimento del carter motore di miscela fresca.
Nella corsa di discesa del pistone, la luce di alimentazione si chiude e la miscela è precompressa nel travaso, raggiungendo la parte superiore del pistone.
Compressione e Accensione
Nella corsa verso l’alto, le luci di travaso e scarico si chiudono intrappolando e comprimendo la miscela verso il centro di una cavità concava, chiamata camera di combustione.
Quando il pistone ha quasi raggiunto il suo punto massimo di estensione verso l’alto, chiamato punto morto superiore o PMS, il dispositivo d’innesco al centro della testa, la candela, produce una scintilla con una scarica di corrente tra due elettrodi, iniziando la combustione o accensione della miscela compressa.
Espansione e Scarico
Nella nuova discesa c’è la prima fase attiva, il lavoro utile, dove la miscela incendiata si espande spingendo il pistone verso il basso, imprimendo la forza sull’albero motore attraverso la biella, aumentandone la velocità di rotazione.
Al termine della discesa, la luce di scarico si apre e i gas combusti sono liberi di uscire disperdendosi nell’ambiente.
Il “segreto” del motore a due tempi è la sovrapposizione delle fasi; lo spostamento del pistone nei due versi crea continue pressioni e depressioni sopra e sotto il pistone, creando un rapido flusso dei fluidi all’interno del motore.
Notevoli sono le differenze a favore di questo sistema, confrontando il motore a due tempi e quello a quattro. La presenza di una fase attiva per ogni giro (ogni due giri per il quattro), permette al due tempi di raggiungere potenze molto elevate, la totale assenza di valvole per guidare i flussi nella camera di combustione è una garanzia di affidabilità.
Per contro, il motore a due tempi è più inquinante, perché nell’ultima fase la miscela fresca entra in contatto e si mescola parzialmente con i gas combusti e difficilmente si riesce a tenere separati i due flussi. Il tubo di scarico del tipo espansione è realizzato con diversi tratti tubo, progettati per controllare e limitare la perdita di miscela utile, a beneficio delle prestazioni e dell’ambiente.

Progetto Ciao PX
Il Ciao PX di mia moglie si presentava molto ben conservato, senza ammaccature o danni particolari al telaio. Anche tutte le parti accessorie, come lo specchietto, la sella, i pedali, i fanali e gli pneumatici originali Pirelli erano in ottime condizioni.

In questo caso, il restauro conservativo del Ciao PX è semplice, da eseguire in casa senza interventi esterni. La prima cosa da fare è togliere la polvere e le ragnatele con un normale lavaggio con shampoo per auto, coinvolgendo il giovane utente del Ciao, lasciandolo trasformare in un soggetto per Istagram.
Poi bisogna svuotare completamente il serbatoio della vecchia miscela, cercando di togliere ogni residuo solido di ruggine o altro, come il filtro del vecchio rubinetto, staccatosi durante lo smontaggio per la sua sostituzione. Il trattamento di decapaggio con un prodotto specifico pulisce completamente e protegge l’interno del serbatoio per i prossimi anni.
Procedendo a valle del serbatoio c’è il carburatore, che va smontato e pulito lasciandolo immerso nella benzina per qualche tempo e ripassato con uno spazzolino non abrasivo. Controllare e pulire bene il filtro superiore con delicatezza e il gigler o getto massimo, che aspira la miscela dal fondo del carburatore.
A questo punto, immettendo la miscela nel serbatoio, dopo aver rimontato il carburatore e riaperto il rubinetto, verificato che il carburatore ha ricevuto la miscela attraverso il tubo di gomma, il motore non parte, allora bisogna intervenire sull’impianto elettrico. Vista l’età del nostro Ciao PX, abbiamo deciso di sostituire insieme le puntine e il condensatore, smontando il motore dal telaio.
Se per estrarre il volano in alluminio del Ciao PX si usa un estrattore generico per cuscinetti, bisogna procedere con molta prudenza avvicinando il più possibile la zanca dell’estrattore all’albero motore, per avere più materiale sul quale fare presa. Rimanendo sul bordo, si rischia di staccare un pezzo di metallo che andrà incollato, per non sbilanciare il volano.
Togliendo il vecchio condensatore abbiamo scoperto il motivo per cui il motore non partiva; il cavo che passa sotto per alimentare la bobina ad alta tensione, aveva perso l’isolamento, quindi la corrente prodotta dall’avvolgimento dedicato all’accensione si disperdeva a massa!
Per finire la preparazione del Ciao PX, si puliscono i contatti elettrici delle luci, sotto l’interruttore a cursore posto sul fanale anteriore. Si consiglia l’uso di uno spray disossidante secco, specifico per contatti elettrici.
Dati caratteristici
Modello telaio | Ciclomotore, omologazione OM19800 del 09/10/1979 tipo C7E2T, denominazione commerciale C7E CIAO PX Lamiera scatolata, colore ROSSO FEDERALE codice PIA 1/2:84 |
Motore | Monocilindrico a 2 tempi, tipo C1M, orizzontale, testa in alluminio, cilindro in ghisa, 4 luci con 2 travasi. Cilindrata 49,80 centimetri cubici, alesaggio x corsa 38,4 x 43 mm (corsa lunga), rapporto di compressione 9:1. Potenza max 1,4 CV = 1,03 Chilowatt alla ruota a … giri/minuto, coppia max … kgm a … giri/minuto. |
Alimentazione | Aspirazione di miscela benzina/olio al 2%. Carburatore Dell’Orto tipo SHA 12 / 10, getto max 44, getto min …, getto avviamento …, polverizzatore … K, valvola gas …, peso galleggiante … gr, spillo conico … alla seconda tacca, vite aria aperta di … di giro. Filtro aria in rete metallica, airbox. Travaso: apre …° prima del PMI, chiude …° dopo il PMI. Scarico: apre …° prima del PMI, chiude …° dopo il PMI. |
Lubrificazione | Olio miscelato al 2% |
Accensione | Meccanica, distribuzione rotante a puntine platinate e condensatore Anticipo accensione 20°PMS, corrispondenti a 0,4 mm distanza tra le puntine. Candela MARELLI CW 4 N-AT oppure BOSCH W 95 T1 oppure CHAMPION L 90 / AC 45 F / KLG F 70 oppure LODGE CN, distanza elettrodi 0,5 mm. |
Raffreddamento | Aria forzata, ventilatore tangenziale ad alette integrate sul volano motore, convogliatore in plastica. |
Avviamento | A pedali. |
Trasmissione | Monomarcia rapporto 1:13,04 |
Frizione | A masse centrifughe. |
Impianto elettrico | Generatore alternatore doppi avvolgimenti separati per accensione e luci a 6V potenza … W. Faro anteriore anabbagliante/posizione con lampada 6V-…W, luce di posizione 6V-…W. Fanale posteriore luce di posizione lampada 6V-…W. Avvisatore acustico 6V. Comandi elettrici sul faro anteriore e manubrio lato SX. |
Sospensioni | Anteriore: elastica, braccetti verso avanti e molle. Posteriore: rigida. |
Freni | Anteriore: meccanico a tamburo. Posteriore: meccanico a tamburo. |
Ruote | Cerchi a raggi in acciaio cromato. Anteriore e posteriore 2-17″. |
Pneumatici | Con camera d’aria. Anteriore 2-17” (173,04/2). Posteriore 2-17”. Varianti: Pirelli CM 47. |
Dimensioni e Pesi | Lunghezza massima … mm, altezza massima … mm, altezza sella … mm, altezza minima tra assi ruote (luce a terra) … mm, larghezza massima … mm, interasse ruote … mm. Peso a secco 33,5-37,5 kg, peso complessivo ammesso … kg. |
Rifornimenti | Serbatoio carburante Miscela Benzina Normale 86 ottani o superiore e Olio minerale 2%, 2,8 litri di cui 0,5 litri riserva. |
Prestazioni | Dichiarate dal costruttore: velocità max 40 km/h, consumo carburante (norme CUNA) 1,4 l x 100 Km = 71 km x litro. |
Link utili:
Immagine in evidenza: Daniel Nanescu / splitshire “Girl On Ciao”