
Auto Avio Costruzioni 815, la piccola autovettura sport
1940 – La prima Gran Turismo progettata e costruita interamente da Enzo Ferrari
L’azienda Auto Avio Costruzioni nasce sotto il simbolo del Cavallino Rampante durante lo sviluppo dell’aeronautica, un settore strategico nella storia industriale italiana
Italia 1919-1940. La prima guerra mondiale rappresentò l’esordio mondiale dell’aviazione militare e l’Italia primeggiava in campo tecnico. Molti piloti di fama internazionale, come Francesco Baracca e Gabriele D’Annunzio, compivano imprese sensazionali con nuove e mirabolanti macchine volanti.

Molte aziende, come la Compagnia Nazionale Aeronautica, la Piaggio e la FIAT Aviazione, beneficiarono del notevole impulso dato all’aeronautica dal regime fascista, che ne sfruttò l’immagine a fini propagandistici.
Gabriele D’Annunzio Compagnia Nazionale Aeronautica FIAT B.R. bombardiere biplano biposto
In questo periodo di storia italiana s’incrociano vite e passioni di persone straordinarie come il Commendatore, per meriti in campo sportivo, Enzo Ferrari e il marchese Lotario Rangoni Machiavelli.

A questo nobile modenese di origini fiorentine, si riconduce questa testimonianza dei fatti accaduti in merito alla vita di Enzo Ferrari e alla sua prima automobile per clienti alla ricerca delle massime prestazioni.
La Storia di Enzo Ferrari
Mi chiamo Lotario Rangoni Machiavelli,
all’indomani del 1° Gran Premio Brescia, un’edizione modificata della Mille Miglia, voglio descrivere la nuova Tipo 815, iniziando dalla storia del suo creatore. A proposito di Enzo, sono sicuro che le aspettative del padre Alfredo sono state completamente disattese.

A differenza del fratello Dino, Enzo non era proprio uno studente promettente; frequentava molto più volentieri l’officina meccanica del padre, piuttosto che occupare i banchi di scuola. Tra i sogni che gli affollavano la mente c’era già l’impronta che l’avrebbe guidato nella sua promettente carriera di costruttore di automobili sportive; diventare pilota.
L’esigenza di produrre macchinari per la grande guerra e la passione per la meccanica che caratterizzava il mio amico, permisero a Enzo di diventare, a soli 18 anni, istruttore presso l’Officina Pompieri di Modena.
Anche lui venne pesantemente condizionato dal conflitto, subendo una lunga malattia durante un periodo particolarmente difficile, dove gli vennero a mancare sia il padre che il fratello. Nel 1918 si recò a Torino con l’aspettativa di lavorare in FIAT, ma Diego Soria lo liquidò velocemente, togliendo ad Enzo ogni speranza di lavorare nella grande fabbrica italiana di automobili.
La svolta arrivò l’anno successivo a Milano, quando Ugo Sivocci, nella sua piccola impresa meccanica produttrice di autovetture, permise a Enzo di diventare collaudatore e pilota di talento. Finalmente, a 22 anni Enzo lavora per l’Alfa Romeo, un club per gentiluomini alla ricerca di automobili dalle prestazioni eccellenti.
A 31 anni Enzo fonda la propria squadra corse coinvolgendo ingegneri e piloti di successo, nasce a Modena la celebre Scuderia Ferrari per lo sviluppo delle Alfa da corsa, sulle quali compare l’immagine del Cavallino Rampante di Francesco Baracca. Fu la madre, la contessa Paolina Biancoli, che regalò il simbolo a Enzo dicendogli:
Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna.
Tra le persone chiamate a Modena per collaborare al sogno di Enzo c’era il progettista Vittorio Jano, dotato di grande esperienza tecnica maturata in FIAT e piloti di valore come Antonio Ascari, Giuseppe Campari e Tazio Nuvolari.

La crisi dell’Alfa Romeo e la nascita della nuova impresa
La grande crisi economica iniziata a Wall Street nel 1929 costringe i dirigenti di Alfa Romeo al ritiro dalle competizioni e la Scuderia Ferrari diventa, di fatto, la filiale tecnico-agonistica della casa del Biscione.
A Modena, Enzo ha scritto la storia della più prestigiosa casa automobilistica sportiva italiana come collaudatore, pilota, funzionario commerciale e infine direttore del reparto sportivo Alfa Romeo.
Nel 1938 l’Alfa Romeo decide di rientrare in gara direttamente costituendo ufficialmente il Reparto Corse Alfa Romeo, togliendo ad Enzo la grande autonomia operativa di cui aveva goduto fino a quel momento. Il nuovo sovrintendente alla progettazione Wifredo Ricart era apertamente in contrasto con Enzo, per i risultati sportivi non adeguati alle aspettative dei dirigenti aziendali.
L’anno successivo Enzo si ritrova libero da impegni con l’Alfa Romeo, con una lauta liquidazione in tasca e con un grande desiderio di riscatto, di rientrare da protagonista in campo automobilistico avvalendosi della propria esperienza.
La tecnologia aeronautica era il fiore all’occhiello dell’industria italiana, sul baratro di una nuova grande guerra, sempre affamata di macchinari e di vite umane, nel 1939 nasce ufficialmente la Auto Avio Costruzioni.

L’impresa, dal nome volutamente impersonale, è finalizzata alla produzione di componenti di velivoli, ma come si evince dal logo, anche alla realizzazione di auto sportive senza il marchio Ferrari, per non infrangere gli accordi sottoscritti con l’Alfa Romeo.
La Tipo 815
La notizia della riedizione della Mille Miglia con partenza da Brescia il 28 aprile, dopo la sospensione per il grave incidente accaduto a Bologna, si è presentata come una grande occasione per Enzo. Io e Alberto Ascari, la vigilia di Natale dell’anno scorso, per questa prestigiosa competizione gli abbiamo commissionato una piccola vettura a due posti, veloce ed elegante, adatta alle competizioni, ma anche all’uso quotidiano per persone alla ricerca di esclusività.
Sul pieghevole pubblicitario preparato da Enzo, questa nuova auto viene descritta come “Torpedino 2 posti tipo Brescia“, un chiaro riferimento alla Mille Miglia.
La sigla 815 indica un motore a 8 cilindri in linea e cilindrata di 1500 cc. La scelta di Enzo di rimanere nella categoria “sport nazionale” riservata a questa cilindrata è strategica, per evitare la competizione diretta con le più grosse Alfa Romeo 6C e BMW 328 e sfruttare l’esperienza maturata con la monoposto da corsa 158 con motore plurifrazionato.
C’erano pochissime settimane a disposizione per realizzare le due auto, occorrevano soluzioni semplici ed efficaci. Enzo si è avvalso della collaborazione dei suoi migliori tecnici, Massimino e Bellentani, utilizzando come telaio portante quello a longheroni con traverse della FIAT 508 C detta anche 1100.
La carrozzeria, sinuosa, lussuosa nel mio allestimento a coda lunga con selleria in pelle naturale, è stata realizzata dalla Touring di Milano in lega ultraleggera di alluminio-magnesio “Itallumag 35”. Il peso a vuoto è di soli 625 kg e considerando la potenza massima del motore di 72 CV, nel complesso l’auto presenta un ragguardevole rapporto peso/potenza di 8,6 kg per CV.

Alla Touring, Bianchi Anderloni ripete spesso che le forme devono essere “profilate al vento“, senza spigoli e che “il peso è il nemico, la resistenza all’aria l’ostacolo“.
Il motore
La filosofia del nuovo produttore di auto da corsa è di privilegiare la potenza del motore, al quale il telaio fornisce un semplice supporto, mentre la carrozzeria deve identificare una personalità unica, riconducibile in maniera inequivocabile a Enzo Ferrari.
Il motore, dunque, è quello che esprime al meglio l’estro ingegneristico di Enzo e dei suoi collaboratori. Molti hanno sostenuto che il propulsore sia il risultato di una semplice sommatoria di due motori FIAT 508 C, in realtà solo le testate e le bielle sono parti di derivazione FIAT.
Il monoblocco in alluminio, dalla consistente lunghezza di oltre 90 centimetri, è stato progettato dall’ing. Massimino con sapienti accorgimenti e fuso magistralmente in un pezzo unico dalla Fonderia Calzoni a Bologna.
L’albero motore è un capolavoro di lavorazione meccanica per asportazione di truciolo dal pieno, sulla lunghezza impegnativa di 88,6 centimetri sono stati realizzati 5 supporti di banco di cui uno doppio, al centro, per ospitare due bronzine affiancate. La fasatura delle manovelle asseconda una sequenza ottimale di movimento degli otto cilindri, dotando il nuovo propulsore di un funzionamento rotondo, progressivo ed elastico ad ogni regime di rotazione.
La distribuzione è gestita da un albero a camme in testa, anch’esso ottenuto per lavorazione dal pieno, con alzata valvola e angolo d’incrocio diversi e più performanti rispetto al motore FIAT d’origine.
Riguardo l’esito della competizione, entrambe le 815 si sono ritirate per problemi meccanici. Ma questo era ampiamente previsto da Enzo, il quale aveva confidato i propri dubbi sull’affidabilità delle auto a Renzo Castagneto, ideatore e organizzatore della celebre corsa:
Siamo qui per un buon collaudo, più che altro, perché credo che difficilmente le mie macchine potranno concludere la gara.
L’Italia e la nuova grande tragedia
Dalla cosiddetta Grande Guerra, l’Italia è riuscita a mantenere lo status di “potenza non belligerante”, esercitando il ruolo di ago della bilancia tra gli schieramenti continentali, che vedono l’asse Francia e Inghilterra contrapposto alla Germania riarmata.
La partecipazione, il ritiro delle 815 alla Mille Miglia sembrano ben poca cosa, di fronte al palesarsi sempre più chiaro di una dichiarazione di guerra dell’Italia, con la gravità di conseguenze che essa ne comporta. Ma per me, per Alberto e per Enzo era importante esserci.
Dati caratteristici
Corpo vettura | Spider/barchetta a due porte, due posti |
Motore | anteriore longitudinale |
Cilindri | 8 in linea |
Cilindrata totale | 1.496,77 centimetri cubici (unitaria 187 cc) |
Alesaggio x corsa | 63 mm x 60 mm (corsa corta) |
Rapporto di compressione | 7:1 |
Distribuzione | monoalbero in testa, 2 valvole per cilindro |
Alimentazione | 4 carburatori invertiti Weber 30 DR2 |
Accensione | a spinterogeno, 8 candele |
Potenza massima | 72 CV a 5.500 giri/minuto |
Trazione | posteriore |
Frizione | monodisco a secco |
Cambio | 4 rapporti + retromarcia |
Telaio | a longheroni con traverse |
Sospensioni | anteriori a ruote indipendenti, posteriori a ponte rigido con balestre |
Freni | a tamburo |
Ruote | a raggi, 15 pollici |
Pneumatici | 5,50 x 15 |
Passo | 2.420 mm |
Carreggiata anteriore | 1.240 mm |
Carreggiata posteriore | 1.240 mm |
Lunghezza | – |
Larghezza | – |
Altezza | – |
Peso a vuoto | 625 kg |
Velocità massima | 170 km/h |
Rapporto peso/potenza | 8,6 kg per CV |
Accelerazione 0 – 100 km/h | – |
Il “Marchese Volante” Lotario Rangoni Machiavelli

nasce il 27 luglio 1913 a Firenze con nobili origini (Rangoni di Modena e Machiavelli di Firenze). Da giovane si trasferisce a Spilamberto per occuparsi del patrimonio agricolo di famiglia, laureandosi poi in giurisprudenza e in scienze politiche e sociali, coltivando nel contempo la passione per le corse automobilistiche e l’aeronautica. Durante la seconda guerra mondiale diventa sottotenente pilota della Regia Aeronautica e presta servizio presso l’aeroporto di Pistoia. Muore il 2 ottobre 1942 in località Bottegone, per un incidente occorso durante il volo di collaudo di un aereo militare.
Nel prossimo articolo: Ferrari 125 S, matrimonio a dodici cilindri