Parental Control, il primo passo è la consapevolezza

Parental Control, il primo passo è la consapevolezza

11/11/2015 0 Di Silvano Orsini

Il Parental Control, filtro famiglia o controllo genitori sui dispositivi informatici. Quando arriva il momento di regalare il primo telefonino ai propri figli cominciano le preoccupazioni, lo smartphone in realtà è un terminale collegato al mondo, con quello che ne consegue. E tu, sei Smart come il telefonino o il televisore?


Quando diamo qualcosa in mano ai nostri figli ci rendiamo conto di cosa stiamo facendo, cioè delle potenzialità più o meno evidenti di quell’oggetto o strumento? Faccio un esempio: potrei affidare le chiavi della mia auto parcheggiata in strada a mia figlia di 5 anni?

A mio modo di vedere, computer e smartphone sparsi per le case di tutto il mondo sono potenziali minacce per la salute mentale dei più giovani. Giochi violenti, applicazioni finalizzate a scambi di messaggi con foto e video, pornografia di vario genere. Pedofilia.

La mia prima preoccupazione di genitore con un figlio alla soglia dell’adolescenza è stata quella di inviare un messaggio corretto sulla sessualità. Secondo la mia personalissima opinione, pornografia senza alcun filtro o consapevolezza significa ridurre l’atto sessuale ad una prestazione fisica, una curiosità, un fenomeno da circo, un buffo vocalizzo, un qualcosa che può essere solo comprato o barattato. Un mio atteggiamento distratto o eccessivamente permissivo può far passare un messaggio dannoso.

“Non è sufficiente parlare ai figli del mondo in astratto, occorrono consapevolezza dei rischi e strategie di protezione e prevenzione.”

Prendendo spunto da una discussione con un gruppo di genitori della scuola media di mio figlio, ho pensato di creare una guida a capitoli (post) sulla mia esperienza in materia di web filtering. Un diario dei miei fallimenti e successi. Lo faccio senza la pretesa di essere esaustivo sull’argomento, anzi, con la speranza di ricevere commenti o integrazioni all’opera.

Il dialogo è alla base di ogni strategia, non esiste alcun Parental Control migliore di un sano rapporto genitore-figlio. Ma dopo il colloquio col figlio, ancora prima di acquistare lo smartphone, ecco la mia prima azione tattica; usare il filtro dei contenuti, impostare il blocco dei siti per parole chiave sul modem router ADSL o 3G 4G in casa, dal quale si collegano verso l’esterno tutti i dispositivi domestici, televisore compreso (Smart Tv).

Configurazione-modem-ADSL

Di solito questo apparecchio si gestisce digitando l’indirizzo http://192.168.1.1/ sul browser internet utilizzato normalmente per la navigazione e l’utente può essere “admin” con password “admin”. Consultate il manuale in dotazione all’apparecchio. E’ buona norma cambiare questa password conosciuta da tutti al termine del settaggio.

Devo ammettere che questo sistema ha molti limiti. Intanto protegge soltanto i dispositivi che necessariamente devono passare per il modem di casa e non quelli che sono dotati di collegamento dati autonomo. Inoltre, il filtro è troppo “grossolano”, cioè si rischia di filtrare poco, se si ha poca fantasia nell’immaginare tutte le parole chiave pericolose, oppure troppo, impedendo l’accesso a pagine web assolutamente innocenti. Un sistema molto macchinoso e poco “Smart” (intelligente, furbo).

La mia guida-diario sul Parental Control prosegue; nel prossimo post tratterò la scelta dell’operatore telefonico e del prodotto di telefonia mobile per ragazzi preadolescenti.

Fonte immagine in evidenza: www.torange-it.com